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Crepuscolare

Dicano che sono un poeta d'orecchie
del cuore in nessun modo
che non si scorge, nel verso,
Sardegna.

Ma faccio volare il Mondo
con ali di lingua millenaria
non nausea endecasillaba
non lacrime di farmacia
non puledre pastori e monti
sotto mira di un sole che brucia
l'idea
o nell'ombra di luna che scuoia.

Nel senato del canto
mi sento
un moccioso d'audacia precoce
e temo
i raffreddori del verso gratuito.
Crepuscolare
certo, crepuscolare
che entro nella breccia del suono
un grande intruso a parole
Nel midollo del senso
io entro
come il sole più bello di sera
voglioso di trasformarsi in aurora.

E non canto né guerra civile
né tormenti dell'isola sarda
né spaventi a bordo mare
né affanni sopportando invasori:
è solo infiammazione-domanda
quella che battezzo sard-ite (?)
L'uomo di tutti i giorni
tutti i giorni è Uomo.

Questa è parola-parole
che galleggia
in verba e words
la pazzia che non è malattia
scivolare in onde di senso.
Il tramonto del sole dannoso
quando placido e vecchio
è scrutabile
e mi offre vocali
consonanti abbondanti
non presuntuoso, più pazzo
mi rende il sole della mia Lingua.

Cristiano Becciu (Ozieri)
1° premio 2006
(Sezione poesia inedita sarda «Antonio Sanna»)