Lo studio dell'oscuro, e perciò maggiormente intrigante etimo di Ozieri ha interessato nell'arco di quasi un secolo e mezzo una nutrita schiera di studiosi. Fu il canonico Giovanni Spano fra i primi ad occuparsi del significato del nome Ozieri. "La tradizione popolare é che sia così nominata da Otto - scriveva lo studioso nel suo dizionario del 1872 alla voce Uttieri - perchè otto distrutti villaggi si rifugiarono in questo sito. Ma deriva dalla voce Fen[icia]. Otzer, sito freddo oppure luogo forte e sicuro". Con la sicurezza degli studi fatti sull'ebraico e su altre lingue semitiche, lo Spano commise spesso l'errore (dal Wagner definito feniciomania) di vedere nomi fenici nel sardo, anche laddove era lampante un etimo latino.
Successivamente il medico Iosto Miglior, appassionato di cose sarde, propone una derivazione dal termine latino Urtica Dioica "ortica maschia", chiamata proprio Otieri, trascurando, tuttavia, di citare la fonte di questa variante. Il nome Ozieri assumerebbe, quindi, il significato di sito ricco di ortica. Eppure né Max Leopold Wagner (nel suo monumentale Dizionario Etimologico Sardo) e nemmeno Giulio Paulis (1992) registrano varianti di Urtica che somiglino ad Otiéri, fatta eccezione per ottigàda documentata a Busachi, Baunei e Dorgali. Nessuna registrazione neppure da parte di Antonino Rubattu, che pure lemmatizza il sostantivo ortica con tutte le sue varianti sarde. L'assunto Urtica-Uttieri mostra tutta la sua debolezza ad una analisi più dettagliata. Dal latino Urtica (più un suffisso -éri) avremmo avuto *Urtigheri / *Ortigheri, così come da mortuus otteniamo mórtu, da murta múrta; da hortus órtu. Considerati questi problemi irrisolti di fonetica storica e per il fatto stesso che nell'ozierese Urtica non é chiamate ottigàda ma pertijia l'ipotesi di Iosto Miglior non può essere accolta.
Il glottologo Giulio Paulis in un dettagliato studio (1987), per puro scrupolo scientifico si limita ad inserire Otieri, Ozieri e altri topo-nimi simili nelle serie onomastiche preromane e di etimologia oscura, non potendo offrire una spiegazione più convincente.
Mauro Maxia (1994-2001), constata l'esistenza a Laerru di un Monte Otieri, di una Punta d'Otiéri a Buddusò e di una Funtana Otiéri ad Irgoli, postula una base *(o)kot-, *(o)got- riferibile ad un nome di flora o di fauna e riscontrabile in altri toponimi sardi, senza però escludere una somiglianza o una corradicalità con il nome personale latino Ottius. In un successivo studio (2001) il linguista osserva che la forma antica Otigeri pare da attribuire ad un antico nome personale. Ma su questa ipotesi, relativa ad un'origine di Ozieri da un antroponimo latino, ritorneremo più avanti.
Francesco Amadu (1997), rifiutando categoricamente l'etimologia popolare, in base alla quale il nome Ozieri deriverebbe da otto (presunti) villaggi distrutti o da otto (presunti) colli intorno ad Ozieri, divide il toponimo in due segmenti: Oti- ed -éri, riconoscendo in Oti- un nome simile a quello di un villaggio scomparso fra Oschiri e Berchidda; ed in -éri un suffisso comune ad altri toponimi sardi (Ortu-eri; Onif-eri). L'ipotesi non tiene conto, tuttavia, che nei documenti medievali (Condaghe di S. Pietro di Silki), il villaggio di Oti, in agro di Oschiri, é attestato come Ogothi, mentre Ozieri, é attestato anche come Otig[h]eri/ Othig[h]eri (Condaghe di S. Michele di Salvennor): ciò pre-suppone quindi l'esistenza di etimi diversi.
Nello stesso anno, il linguista nuorese Massimo Pittau si sofferma sul suffiso -éri comune a molti toponimi nuragici dei quali, però, non si intravede alcun significato. Due anni prima, accostando Otieri ad un toponimo toscano, Pittau postulava addirittura un "fondo etrusco".
Francesco Naseddu (2000), con una suggestiva ma insostenibile ipotesi, stabilisce una derivazione Ozieri-Eteri presidium (citato dall'Anonimo Ravennate del VII secolo circa), ovvero un presidio di soldati della guardia imperiale di Bisanzio. Lo stesso studioso ammette che la fonte a disposizione non offre dettagli storico-geografici grazie ai quali poter avallare la tesi Eteri = Ozieri, ma che alcune "analogie fonetiche" (sic!) possono sostenere un'attendibile ricostruzione. L'ipotesi mostra tutta la sua fragilità se misurata con parametri prettamente linguistici. Si deve partire, come fa Naseddu, dal nome della nostra cittadina in sardo (Uttieri/Otieri): operazione metodologicamente corretta a patto che si considerino tutte le varianti possibili, incluse quelle di Nule, Orgosolo e Orune dove Ozieri é anche (B)oÐiéri e (B)uÐiéri. In questo caso, secondo le ferree leggi della fonetica storica, da Eteri avremmo potuto ottenere, al massimo, un *Edéri. Per Naseddu, poi, la U- di Utieri sarebbe il risultato di un ibrido tra lingua greca e latina, ma l'assunto crolla per l'impossibilità di fornire altri esempi. Utieri assumerebbe così il significato di "quello di Eteri". Dovendo, quindi, spiegare come mai la -e- di Eteri sia evoluta nella -ie- di Ozieri, l'autore tira in ballo addirittura una legge fonetica della lingua spagnola. Ci sarebbero diverse obiezioni da muovere nel rifiutare il percorso fonetico prospettato. Ne menzioniamo solo due: nel condaghe di Salvennor (XII secolo), il toponimo é citato come Otigeri/Othigeri. Anche nel libro delle decime che la diocesi locale di Bisarcio versava alla Curia romana per l'anno 1341, il nostro paese é chiamato Ocierii; in riferimento al 1346-1350 si legge Ossieri. Nell'atto di pace del 1388 fra Eleonora d'Arborea e Giovanni d'Aragona é identificato come Ocieri. Tutte queste date sono precedenti alla penetrazione linguistica iberica e quindi non é riconducibile alla dominazione spagnola la (presunta) trasformazione fonetica di - é - in - ié-.
Dopo circa 130 anni dalla feniciomania dello Spano, prescindendo da dati archeologici, storici e linguistici in genere, altri hanno cercato di spiegare il toponimo in questione con esiti opinabili o comunque cavillosi, scomodando la lingua sumera, Ush-zi-eri = la buona guida del gran tempio (Sardella: 1995), oppure parlando di basi accadiche ed ebraico-aramaiche (Dedola: 2004). Riflettendo su questa variegata serie di studi sul nome Ozieri, possiamo constatare quante e quali lingue siano state coinvolte per arrivare alla spiegazione etimologica: quelle del gruppo afro-asiatico; l'etrusco; la lingua nuragica; il greco bizantino, lo spagnolo. La lin-gua latina, che pure dovrebbe occupare un posto privilegiato nella disamina linguistica di chi studia il lessico e i toponimi sardi, é stata spesso trascurata. Si dimentica che il territorio ozierese fu completamente romanizzato. Una semplice ricognizione di superficie ha palesato una molteplicità di emergenze archeologiche: tre ponti, due miliari, un interessantissimo cippo funerario, ce-ramiche, monete, e altre iscrizioni. Nel territorio ozierese esiste un considere-vole numero di toponimi riconducibili ad un etimo latino. Citiamo solo quelli che rimandano a gentilizi latini: nomi di località che fanno - e forse non é un caso - quasi da corona all'abitato ozierese: Maltinzana deriva da Martinianus; Cordianu da Cordianus; Bavalzanis da Barbarianus; (punta) Poltolzu da Por-torius; (badde) Aíni da Gabinius.
Dai dati storici a nostra disposizione si può altresì evincere che il territorio ozierese si trovava al centro di assi viari importantissimi come il tratto della Karalibus-Turrem, dalla quale partiva una strada che congiungeva la vecchia Hafa in territorio di Bonorva con la stazione militare di Luguido, localizzata presso Castro-Oschiri. E lo stesso territorio di Ozieri non é affatto distante dalla stazione militare di Caput Tyrsi, localizzabile con probabilità in agro di Buddusò. Appare logico che i Romani dovettero per forza conoscere l'anfiteatro naturale in cui sarebbe sorto il paese, caratterizzato soprattutto dall'abbondanza di acqua, la stessa che, tempo prima, aveva favorito la presenza di importanti insediamenti umani. E il rinvenimento presso le grotte del Carmelo di una statuetta in terracotta raffigurante una Sarda Ceres, dea delle messi, lo confermerebbe. Non si può escludere l'interesse per l'allevamento, specie suino, e all'impianto di vigneti. Alla luce di tutto ciò, é assai probabile che l'odierno centro di Ozieri fosse una villa (= tenuta), un fundus (= fondo), oppure un praedium (= podere) di un possidente romano. Nel rispetto delle leggi della fonetica storica, non ci resta che supporre un gentilizio romano *(G)otti(g)erius, entrato poi a far parte della locuzione latina Villa *(G)otti(g)eri (= la tenuta di *Gottigerio) da cui, con regolare sviluppo, otterremmo il nostro (B)ottiéri; (B)oÐiéri e che spiegherebbe anche la forma O-thig[h]eri anticamente documentata. Tra i gentilizi romani attestati e raccolti nei relativi repertori, alcuni sono comunque confrontabili con quello da noi qui ricostruito: Bussienius; Buticeius; Bottio; Gautius; Gosselius; Gossius; Gussius; Guttius; Ottiedius; Uttidedius; Uttiedius; Uttius.
Tratto da C. Becciu, Il nome di Ozieri, in "Ozieri e il Suo volto" a cura di G. G. Cau e M. Brigaglia, Roma 2005, per gentile concessione dell'editore Carlo Delfino.
STUDIOSO |
OZIERI DERIVA |
SIGNIFICATO DI OZIERI |
OSSERVAZIONI |
Giovanni Spano |
Dal Fenicio otzer |
"Sito freddo" oppure "luogo forte e sicuro" |
Il canonico di Ploaghe non tiene conto dei documenti e della pronuncia locale. Subisce troppo il fascino del punico: per questo fu chiamato ironicamente "feniciomane" dagli altri linguisti. |
Iosto Miglior |
Dal Sardo otieri a sua volta dal Latino URTI-CA "ortica maschia" |
"Luogo ricco di ortiche" |
Il medico di Ierzu non spiega dove avrebbe registrato come nome dell'ortica otieri, che tra l'altro non è affatto ricollegabile al latino Urtica. |
Giulio Paulis |
Dal fondo prelatino di etimologia oscura |
- |
Il glottologo cagliaritano si limita al confronto con toponimi simili, senza però altre osservazioni di tipo linguistico e storico. |
Mauro Maxia |
- Base paleosarda *(o)kot-, *(o)got-
- Nome latino Ot(t)ius
- Nome latino *Otigerius
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- Nome di flora o di fauna;
- Proprietà di Otio
- Proprietà di Otigerio
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Lo studioso di Perfugas è stato il primo a considerare un'origine da un antroponimo latino. Non offre però nessuna specificazione di tipo storico ed archeologico. |
Massimo Pittau |
- Dall' etrusco
- Dal nuragico
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- |
Il linguista nuorese, dopo aver passato in rassegna le fonti storiche, si sofferma sul suffisso -éri comune a molti toponimi nuragici dei quali, però, non si intravede alcun significato. Per via solo della somiglianza con un toponimo toscano, Pittau pensò anche ad un "fondo etrusco". |
Francesco Amadu |
Di origine preromana Othi + suffisso -eri |
- |
Othi, già sede di villaggio medievale in agro di Oschiri, è citato nelle fonti come Ogothi. Ciò comporta un etimo diverso rispetto ad Othigeri. |
Raffaele Sardella |
Dal Sumero Ush-zi-eri |
"La buona guida del gran tempio" |
Nessun confronto con le pronunzie locali. Difficoltà di tipo linguistico, storico e archeologico. Tesi tra le più suggestive, per via del riferimento al sacro. |
Francesco Naseddu |
Dal Greco bizantino per tramite del Latino Eteri Praesidium |
"presidio di soldati della guardia imperia-le di Bisanzio" |
Vistosissimi problemi di tipo linguistico. Nessun controllo delle pronunzie locali; sopravalutazione di un'unica fonte storica; sottovalutazione dei dati archeologico-storici a disposizione. |
Salvatore Dedola |
Da basi accadiche ed Ebraico-Aramaiche |
Significato legato allo "scorrere di un ruscello" |
Interessanti e pertinenti osservazioni di tipo geografico. Utili confronti con altri toponimi. Per sostenere tale origine semitica, mancano dati linguistici e archeologici e precisi indizi storici. |
Cristiano Becciu |
Dal Gentilizio latino *(G)OTTI(G)ERIUS nella locuzione: Fundus (G)otti(g)eri |
Proprietà di (G)oti(g)erio |
La nostra ricostruzione etimologica tiene conto sia dei dati linguistici che di quelli storici e archeologici pertinenti ad Ozieri. Il gentilizio è sì ricostruito, ma confrontabile con altri regolarmente attestati come Bussienius; Buticeius; Bottio; Gautius; Gosselius; Gossius; Gussius; Guttius; Ottiedius; Ut-tidedius; Uttiedius; Uttius. |
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