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canti 'e riu

seddatende

A boghe 'e carru

 

piga

Introduzione ai canti di lavoro

Una presentazione delle principali tematiche presenti nei canti di lavoro selezionati
Cristiano Becciu

Canti di lavoro: temi e personaggi

E’ innegabile che il progresso tecnologico abbia migliorato, sia qualitativamente che quantitativamente, la nostra vita quotidiana. L’elettrodomestico, l’avvento dei mezzi di trasporto a motore, ha praticamente rivoluzionato le nostre abitudini, le nostre comunicazioni. Le ha migliorate certo, sotto l’aspetto della celerità, dell’affidabilità, della precisione, ma come ogni cosa che passi sotto il filtro di un’osservazione attenta, può presentare anche dei lati negativi. La lavatrice ha soppiantato il vecchio e faticoso lavaggio a mano delle donne, che fosse eseguito al fiume o nel lavatoio pubblico è poco rilevante. Gli autocarri, i mezzi furgonati hanno velocizzato e perfezionato i trasporti che un tempo venivano fatti con carri trainati da buoi o cavalli; i moderni pastifici con i loro efficaci e instancabili macchinari hanno centuplicato la capacità produttiva di una nostra massaia.

In tutto questo passaggio, fatto di perfezionamenti, di incredibili miglioramenti soprattutto nei tempi di realizzazione, si è perso però un patrimonio culturale, un continuo rinnovarsi di memorie tramandatesi per anni, di padre e madre in figli, si sono persi anche i cosiddetti Canti di lavoro. La loro funzione più evidente era quella di alleviare le fatiche di chi lavava i panni, di chi setacciava chili di farina, di chi faceva lunghi e disagiati percorsi col carro. Il canto come amico di lavoro, un serbatoio di tematiche che nella comunità era conosciutissimo e usatissimo. In questo sintetico intervento proviamo ad analizzare tre tipologie di Canti di lavoro:

tipologie di canti

Per quanto riguarda sos cantos de riu, i canti di fiume letteralmente, essi venivano eseguiti dalle donne, in occasione del rituale lavaggio

dove e quando

Nei canti analizzati si può notare come sia segnalato sia il luogo dove si lava, sia cosa veniva lavato. Nel nostro primo caso si tratta di un lavatoio; nel secondo di un fiume (luoghi sui quali i nostri informatori avranno modo di darci maggiori notizie). Di solito veniva lavata la biancheria, tutta si intende. Spesso, come nel nostro caso, la donna lavava con cura il fazzoletto della persona amata, perché dell'amato conservava sicuramente il profumo ed aveva comunque una connotazione intima che ben si prestava ad essere ricordata in questi canti. Non dimentichiamoci infatti che erano perlopiù di argomento amoroso.

Onnipresente il tema della partenza:

con che cosa

I personaggi citati nei canti partono sempre. Il loro punto di partenza è il luogo dove sono nati e dove vivono, nel caso da noi analizzato l'Anglona, regione geografica del Nord Sardegna e un suo paese, Laerru. Sognano di andare via, in luoghi incantati, lontani: Roma, “il Continente”, la Gallura (che anche nei canti assume questa condizione di non Sardegna, come tengono a precisare gli stessi abitanti, con l'affermazione “no soggu saldu, soggu cadduresu”, “non sono sardo, sono gallurese”) e questa fatidica, misteriosa Piazza di Bosa, dove nessuno sa cosa ci fosse di tanto bello. Il viaggio era fatto sempre con il mezzo di trasporto più affascinante, più veloce e comodo del secolo scorso, il treno.

Trattandosi di canti di argomento amoroso, non si potevano tacere le caratteristiche dell’amante.

l'amante

Nei brani analizzati esso era un compaesano, oppure, se forestiero, doveva essere un carabiniere, un appuntato che un giorno avrebbe raggiunto il grado di Tenente Colonnello: il fascino della divisa ha sempre colpito le donne. Aveva delle caratteristiche particolari: era padrone, non nel senso maschilista del termine, ma perché la donna si sarebbe affidata completamente a lui, esso era considerato un ricco tesoro a disposizione completa dell’amata.

In questi “cantos de riu” sono presenti anche delle citazioni di personaggi e/o oggetti fantastici, ricorrenti anche nei racconti orali:

citazioni

San Giovanni del mare, la lepre addormentata, Maria dai capelli d’oro, l’uovo più buono delle aringhe.


Dal momento poi che l’obiettivo delle ragazza era quello di involarsi a giuste nozze, non poteva mancare la citazione dei desideri, che coinvolgeva positivamente, tre generazioni di donne:

desideri

Esse auguravano alle nubili di sposarsi, alle sposate di aver fortuna, alle vecchie di poter andare in cielo.
Per quanto riguarda i Muttos sedattende, essi venivano eseguiti dalle donne mentre setacciavano la farina. Non mi soffermerò sullo schema metrico di questi componimenti, ma sulle tematiche affrontate in uno di questi che abbiamo analizzato. Con la parte introduttiva, sa intrada, che coinvolge i primi quattro versi, si entra in medias res

intrada

si annuncia il dialogo fatto mentre si setaccia, tra una massaia esperta e una novizia.

I successivi quattro versi mettono subito in evidenza l'insegnamento:

PASSATO

Il passato felice viene esaltato, quando la setacciatura e l’imapsto procedevano spediti grazie al vigore della giovane età.
Il presente è invece diverso:

PRESENTE

iniziano a calare le forze e anche il setaccio segue il destino della casalinga.

Su muttu termina con un augurio, sancito dalla famosa frase sarda “a chent’annos”

AUGURIO

si perpetuerà così il lavoro della massaia, quando una donna più giovane ne accoglierà l’eredità.

Terminiamo con l’ultimo canto di lavoro, a boghe ‘e carru, “con la voce del carro”. Ricordiamoci infatti che questi canti venivano eseguiti senza accompagnamento musicale e in questo caso, il procedere delle ruote del carro scandivano metricamente, davano quasi il tempo agli uomini che viaggiavano.

Temi anche in questo caso amorosi

carru

Viene descritto l’amore tra due ragazzi, e gli accostamenti metaforici hanno un’efficace carica evocatrice: il destino dei due amanti è simile a due fiumi che si incontrano e non hanno niente di che invidiare al mare. L’uomo giura amore eterno, almeno fino a quanto i suoi occhi avranno vita per vedere l’ amata.

Cristiano Becciu