IL RICORDO CHE LEGATi guardo ancora, e ancora
le vene hanno caldi palpiti per te,
orse perché, vedendoti, mi tornano ricordi
d'un amore passato, fatto di sorrisi, di dolori,
di occhiate furtive e di pene.Nacque improvviso, pieno di timori,
tra martellate e frusciare di pialle,
quando venivi a prender trucioli
buoni per accendere il fuoco,
tutta vezzosa e piena di moine,
ed i più belli erano sempre per te.Non tanto le parole: allora bastavano,
i bei sorrisi della giovinezza.
Allora la vita era davvero radiosa:
una primavera di gioie soltanto;
e serenate di dolcezza e affetti,
cantavano gli occhi ed il cuore.Poi, un giorno sei sparita.
E son passati, gli anni, passati!
Abbiamo, oggi, figli adorati,
ed un diverso amore tutti e due:
ed io ho i miei, e tu pure hai
i tuoi affetti e affanni della vita.Sono finite le gioie e gli amori,
e il tempo ci ha mutato ambedue.
Solo il ricordo del tempo passato,
ci lega e ci unisce un solo istante.
Però, di allora, tutto è già distante:
le risa tue e le mie galanterie.Vai in buon'ora, vai e torna ancora,
i trucioli più belli sono sempre per te.
Adesso, ti vedo come una sorella e
sei più bella e mi sei più cara.
Porti negli occhi una luce rara,
più pura di allora, che m'incanta.Forico Sechi
1° premio ex aequo1958 (Logudorese)