Pietro Mura: “Sos chimbe orfaneddos”.
Il poeta di Isili, già premiato e vincitore nell'anno precedente, vinse anche l'edizione del 1960, con una poesia scritta sempre in nuorese.Verbale della Giuria: “è una evocazione lirica di immagini infantili a volte assurde e paradossali ma pur tanto semplici e ingenue, come il cuore e la fantasia dei cinque orfanelli che chiedono cose irreali, come i loro sogni: un albero di pace, cento chitarre sonanti, o un albero di luna. Il poeta ha saputo compiutamente rendere la squisita dolcezza del cuore infantile e l'immaginazione allucinante della fantasia bambina, che, prodigiosamente, fiorisce tutta la lirica di immagini impreviste e scintillanti. La ricorrenza insistente di alcuni versi ritornello, agevola e rende ritmica l'andatura e la narrazione da fiaba. Poesia di profonda ispirazione e di felice fattura, dai versi spontanei e ben tagliati e dalle immagini sicure e ben definite”.
METRICA : versi liberi (prevalenza di enneasillabi, qualche decasillabo ed endecasillabo)
Salvatore Corveddu Grolle: “Su semenadore”
Secondo premio nell'edizione del 1960 per il poeta di Nughedu San Nicolò meglio noto col soprannome Grolle. Verbale della Giuria: “la poesia presenta il seminatore mentre compie nel suo lavoro un rito sacro. Il suo atteggiamento è religioso: di chi ama la terra e il suo Creatore, con tutta la passione del suo essere, sino a farne ragione di vita o di morte. La terra è la madre generosa che non tradisce; il suo odore caldo, tra le brume del mattino, riempie il cuore di speranza, e sembra odore di pane nuovo che consoli. E il contadino, sacerdote di una fede eterna, sogna, nel compiere il suo rito, messi dorate, e pace con la sua sposa e i suoi figlioli”.
METRICA : otto quartine di endecasillabi (tranne l'ultimo verso della seconda quartina che è un settenario) tutte con schema metrico ABBA.
Fabio Cherchi Loy: “Ninna nanna”
Terzo classicato nell'edizione del 1960. Verbale della Giuria:“una ninnananna è sempre un pericolo per un poeta: il pericolo di incorrere nei soliti luoghi comuni, nelle solite banalità. L'autore ha invece saputo sottrarsi a questo, sciogliendo il suo impeto lirico in un canto di accorata bellezza; in un mondo pieno di invantesimi e di sogni, eccheggiante il sapore della più genuina voce popolare. La dolcezza della cantilena trova adeguato respiro nel ritmo lineare dell'ottonario, scorrente sereno e spontaneo”.
METRICA: 10 quartine di ottonari intervallate, per due volte, da un ottonario singolo, con funzione di ritornello. Lo schema metrico è a rima incrociata ABBA.
Una poesia in gallurese, varietà di Tempio, come ci conferma anche lo pseudonimo dell autore, Lu timpiesu. Ancora metafore tratte dal mondo degli animali e delle piante, in questo che viene definito sarcasticamente “canto di bettola”. Il mondo della Natura dà segni inequivocabile per conoscere e prevenirne alcuni fenomeni. Nessuno invece sa quel che riserva il destino e quando scoccherà l'ora della morte.
METRICA: sei sestine di ottonari, secondo lo schema metrico ABAB