Forico Sechi: “S'ammentu chi ligat”.
Con questa poesia, il poeta di Nughedu San Nicolò, vinse l'edizione del 1958 (ex aequo). Storia di un amore tanto platonico quanto delicato nella sua semplicità tra il poeta-artigiano ed una sua affezionatissima cliente. Il ricordo delle radiose risate della giovinezza, quando gli occhi cantavano all'unisono con il cuore. Gli anni sono passati, ma il ricordo lega ancora i due ormai anziani, e il sentimento si trasforma in amore fraterno.
METRICA : 6 Sestine di endecasillabi ciascuna secondo lo schema ABBCCA
Giovanni Antonio Cossu: “Su grigliu”
Primo classificato ex aequo nell'edizione del 1958. Nel cuore del poeta si annida l'aspirazione di poter volare alto, come un falco, con le ali del verso. O di poter cantare la Sardegna come un melodioso usignolo. Nella realtà però, si sente come un grillo canterino, imperterrito nel suo canto, ma tanto timoroso che basta un metaforico calpestìo a spaventarlo e a interrompere la sua canzone.
METRICA : SONETTO che segue lo schema ABAB BABA CDC DCD
Gavina Piana Contini: “Li sonni toi e mei”
Seconda classicata ex aequo nell'edizione del 1958. La prima poesia in sassarese ad essere inserita fra i primi tre posti del Premio Ozieri. La poetessa affida ai colori il ricordo del nonno, figura importantissima della sua giovinezza. Il bianco, il rosa, l'argento delle nuvole, il verde dei vigneti: cornice delle favole d'un tempo, delle ninna nanne, delle serenate. Il finale si tinge di rosso, quello dei fiori che contrastano con il freddo bianco di una lapide. Nel frattempo pare cantare un usignolo.
METRICA: 10 quartine di endecasillabi senza rima.
Pietro Mura : “Su desertu sardu”
Secondo classificato ex aequo nell'edizione del 1958. Fa la sua comparsa il poeta di Isili Pedru Mura (che diventerà tra i più grandi nel panorama letterario sardo) con una poesia scritta in nuorese. La prima lirica senza impianto metrico tradizionale ad essere inserita nella triade vincente dell' “Ozieri”. Il dramma della Sardegna viene evidenziato con l'anafora “e rubos”, “e suergios”, “e prunischeddas”: uniche colture selvatiche, uniche testimonianze del brullo paesaggio delle volontà dei sardi. Un voce di bimbo si alterna, come un eco, ad un pianto d'agnello: le nuove generazioni sono impaurite dal deserto.
METRICA: Versi liberi.
Motto Vivat sa Sardigna “: A sos tramatores poeticos”
Dal punto di vista formale, ovvero secondo i parametri metrici e prosodici, questa poesia è sicuramente una delle più curate fra quelle arrivate nei primi anni del Premio Ozieri. Una cura certosina nella scelta e nella collocazione delle rime, tanto che il poeta, conscio del suo ruolo, non esita a paragonarsi ad un abile sarto che sfida le vette della composizione lirica e si rivolge agli altri orditori, come fa un maestro con gli allievi.
METRICA : 4 ottave di endecasillabi ciscuna con schema metrico ABBCCDDE. Si alternano anche numerose rime interne (segnalate con il colore rosso, e con la sottolineatura).
“Su Passadu m'est presente” : Mai cuntentos
Di una serie di poesie purtroppo non disponiamo delle generalità dell'autore, ma solo di uno pseudonimo. In questo caso si tratta di “Su Passadu m'est presente”. Componimento in cui si elencano, per antifrasi, le più disparate volontà della gente, secondo il tratto tipico del genere umano, in primis la scontettezza della propria condizione. Si peggiora soprattutto con l'avvento del progresso (la poesia offre qualche notizia: viaggi sulla luna; primi interventi di chirurgia estetica etc.) che permette dei cambiamenti prima impensabili.
METRICA: 5 sestine di endecasillabi ognuna con schema ABABBA