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1956

1957

  Su cantu de su suore

  Su pane

  Su pane saboridu

  In su giardinu de Adamo

  Sos linnaresos

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1960

 

 

 

 

IL PANE

Pane, ti benedico ogni momento,
per te canto le mie migliori poesie;
sei dei poverelli l'allegria,
e delle mense profumo e ornamento.
Chiediamo te nobile alimento
quando eleviamo le nostre preghiere:
«Padre Nostro, Ti diciamo, dacci
oggi il nostro pane quotidiano».

Nei campi pacifico e giocondo,
si vede il solerte agricoltore,
lavorare la terra con amore
per spargervi il seme fecondo;
e perché cresca nel solco profondo
lo cura tutto l'anno con passione,
e la sua opera può dirsi completa,
quando può mietere le spighe mature.

Dalle spighe sorgono cumuli di grano
che vanno a riempire i granai;
poi passa nelle mani delle massaie
che fanno il pane per tutti.
Cosi se ne può cibare ogni uomo,
ricco o povero, nella reggia o nel tugurio;
perché il pane è anche buon augurio.

Pane, ti guardo sulla tavola preparato
per l'Ultima Cena di Gesù.
Egli ti benedisse e consacrò
mistico cibo per l'anima serena.
L'atto divino è sempre rinnovato
in ogni parte della terra:
e pane diviene il Cristo nell ostia,
ed è pane che alimenta anima e corpo.

Il pane apre pure le vie del cielo
a chi lo dona in elemosina;
rinnova le energie del corpo,
e sprona ciascuno a lavorare;
senza il pane ci sono cento malanni,
senza pane la vita ci abbandona:
e tutti chiedono pane con brama,
figli e righe, al babbo e alla mamma.

Pane, ti benedico ed esalto ancora:
tu sei il più eletto dei cibi,
ti abbiamo sempre fino all'ultima ora,
quelli che come me ti rispettano.
Io prego Dio e la Madonna
che mai ce lo faccia mancare.
Tutti sperano dì avere sempre
il pane, e Tu, o Dio, donalo sempre

 

Agostino Pirastru

2° premio 1957(Logudorese)